«Il mio film con George Clooney»
Una telefonata a sorpresa per sentirsi dire: hai un ruolo nel nuovo film con George Clooney. Già, successe a Davide Ardizzola, mio fratello, che si guadagnò uno spazio da comparsa nel film “L’Americano” (The American) con George Clooney, Violante Placido, Filippo Timi, per la regia di Anton Corbijn. Successe nel 2009.
Vi voglio riportare l’esperienza vissuta da mio fratello Davide nell’Ottobre 2009, quando venne “reclutato” per fare da comparsa nel film L’Americano con George Clooney, nella scena della processione che si sarebbe girata a Castel Del Monte (location di molti altri film) che si trova a circa 30 minuti di auto dal Bed and Breakfast Abruzzo Segreto.
«È soprattutto un’operazione promozionale per l’Abruzzo – scrive Davide – voluta dallo stesso George dopo il terremoto… Clooney (oltre ad esserne l’interprete principale, ne è anche il co-produttore), ha voluto promuovere l’Abruzzo con battute come “vogliamo il Montepulciano d’Abruzzo” in una scena al ristorante; mostrando in primo piano una guida della Regione; guidando un’auto targata Pescara (il cui nome viene ripetuto in più scene); mostrando indicazioni stradali per L’Aquila, Sulmona e Castel del Monte. Dei 103 minuti di durata del film, ben 98 sono stati ambientati in Abruzzo».
Ecco il diario dell’avventura.
29 Agosto 2009, era l’ultimo giorno di ferie, ferie trascorse come d’abitudine a Navelli, il paese dei miei genitori. Navelli è un borgo della provincia aquilana, a 700 metri d’altitudine, miracolosamente solo lambito dal devastante terremoto dell’aprile 2009. Stavo chiudendo le valigie quando viene a salutarmi mia sorella Francesca e mi dice “ho appena letto sul giornale che oggi a Castel del Monte fanno il casting per un film con George Clooney…”. Per un attimo ho pensato di andarci, poi ho detto “ma no, sto partendo, mia moglie è già con le valigie in mano…” Un attimo dopo ho detto “eh no, cavolo, un casting per un film con George Clooney! E quando mi ricapita? E poi Castel del Monte è solo a 30 minuti di macchina da Navelli!”. Dopo 10 minuti ero già in strada… Faccio il breve viaggio fantasticando sul cinema… Dopo circa 30 minuti arrivo sul posto del casting, la sala consigliare del comune di Castel del Monte, e trovo una m-a-r-e-a di gente! Entro, mi viene assegnato il numero 3066. Tremilasessantasei?! Penso io, e figurati se mi prendono! Mi metto in coda come tutti e dopo circa un’ora mi chiamano: “3066!”, sono io! Vado, mi danno un modulo da compilare con i miei dati anagrafici, professione hobby, taglia, precedenti esperienze… Mi chiedono i documenti, li scansionano, poi mi mandano in un altra stanza per fare le foto. Faccio ancora un po’ di coda, breve, poi arriva il mio turno: mi danno una lavagnetta con su scritto il mio numero, da tenere sul petto tipo foto da carcerato, mi fanno una foto a figura intera ed una mezzo busto e mi dicono “grazie, può andare, se il regista la sceglierà la chiameremo”. “Tutto qui?” esclamo io, mi rispondono che funziona così e che nell’arco di un mese mi chiameranno nel caso venissi scelto… Me ne torno a casa dai miei genitori a Navelli, pensando questa volta al lungo viaggio di ritorno che mi attende per tornare a casa mia a Monza.
Poco più di un mese dopo… Erano le 16, ero in ufficio, già non pensavo più al casting da giorni rassegnato al fatto di non essere stato selezionato, squilla il telefono, vedo un numero non in rubrica e mi domando chi possa essere… Rispondo: “Pronto…”, “ciao Davide, sono Morgana Bianchi, ti chiamo per l’americano” subito penso “e chi cavolo è l’americano??!!”, allora dico “prego?”, “sono Morgana Bianchi , responsabile del casting del film “L’Americano” con Clooney, sei stato selezionato per il film e devi essere a Castel del Monte alle 5 di mattina del 20, 21 e 22 ottobre perché si girano le scene della processione, sei ancora disponibile?”. Li per li sono frastornato, perplesso, sono senza parole poi rispondo “si, si, ci sarò!”. Ci accordiamo sui dettagli e ci salutiamo. Dovevo stare in ufficio ancora due ore: furono due ore interminabili!! Ho cominciato a fantasticare e sognare… Poi guardo subito gli orari dei voli per Pescara e prenoto…
Qualche settimana dopo… 19 ottobre, atterro a Pescara, viene a prendermi mio padre, 40 minuti di auto verso l’entroterra ed arriviamo a Navelli: un freddo da paura e penso a quanto farà freddo alle 5 del mattino a Castel del Monte, che è proprio sotto il Gran Sasso, ad oltre 1.340 metri di quota. Oltretutto, come mi era stato spiegato dalla responsabile casting in una telefonata successiva, la scena della processione, come tutto il film, si svolge a fine estate e quindi sarebbe stato necessario vestirsi di conseguenza! Domenica sera, vado a letto presto pensando alla levataccia. Passano i minuti, le ore, e sono ancora sveglio: continuo a girarmi e rigirarmi nel letto pensando al giorno dopo e mi affiorano alla mente i ricordi di quando, ragazzino, la notte non dormivo pensando alla gita domenicale con i boy scout. Credo di essermi addormentato verso l’una di notte. Alle 4 suona la sveglia, mi alzo rintronato, una lavata al viso con l’acqua gelida del Gran Sasso (perché a Navelli nei rubinetti abbiamo l’acqua del Gran Sasso!) e mi desto. Comincio a vestirmi a strati come una cipolla. Sotto le cose pesanti di lana e sopra una maglietta estiva, come esige la sceneggiatura. Alla fine della vestizione sembro l’omino della Michelin. Sfoltisco un po’ gli abiti per sembrare un po’ più normale. Scendo in cucina, una tazza di caffè caldo e parto per Castel del Monte. L’auto di mio padre all’interno è un freezer, riscaldamento al massimo, radio sintonizzata su RTL, a quell’ora di notte c’è il Crazy Club di Alberto Bisi che mi aiuta a svegliarmi. Percorro i circa 30 chilometri di montagna a tutta velocità: a quell’ora non c’è anima viva in giro e lungo il tragitto non ho incontrato manco un auto.
Trucco e parrucco – Arrivo a destinazione, parcheggio davanti alla palestra cittadina (l’unica) e vedo poche auto e penso di essere l’unico pirla che alle 5 di mattina, a -2 gradi, va a Castel del Monte. Mi incammino verso l’ingresso della palestra incrociando solo due donne con un borsone. Apriamo la porta della palestra: si è aperto un mondo! Un mare di gente che cammina freneticamente; decine di persone sedute al trucco a farsi i capelli; gente che vaga portando le grucce con i vestiti di scena (chi fa il carabiniere, chi il prete, chi i cerimonieri…), chi grida “chi ha visto le mie scarpe?”, chi fa l’appello… Poi mi viene incontro una ragazza, è Morgana Bianchi, la responsabile del casting e finalmente posso dare un viso ad una voce. Mi chiede chi sono, mi fa compilare altri moduli e mi dice che io dovrò far parte del pubblico durante la scena della processione e mi manda dai costumisti. Vado… entro in un altro locale (che poi erano gli spogliatoi della palestra), c’è gente che si spoglia e gente che si veste, con disinvoltura. Due costumiste mi squadrano e mi dicono “sei perfetto così! Non devi neanche andare al trucco e parrucco”, puoi tornare di là. “Bene!”, dico io, e torno in palestra. Noto in un angolo parecchie persone assiepate, incuriosito vado a vedere, era l’angolo bar. Scorgo una montagna, ma proprio una montagna di brioche! E thermos di caffè e the a non finire, tutto self service. Faccio una bella colazione e mi metto previdentemente in tasca due brioche da mangiare durante la giornata. Passano le ore. C’è chi esce per fumare (al gelo), chi per sedersi da qualche parte, chi dorme appoggiato contro una parete, chi chiacchiera e chi aspetta pazientemente… Alle otto e mezza ci dicono di indossare i giacconi e i cappotti e ci fanno salire su 4 bus gran turismo. Mi domando a dove ci potrebbero portare, dal momento che il paese è lungo 500 metri e la palestra e a 400 metri dal set. Infatti, ci portano sul set coi bus, per non farci prendere freddo, dicono! E penso a quanto sono matti (o organizzati?) questi qua, per meno di 400 metri fanno uscire 4 bus gran turismo!
Sul set – Arrivo dunque sul set, finalmente! E vedo le attrezzature, fantastiche, le maestranze (quasi tutte italiane) e vedo Anton Corbijn, il regista. Lo riconosco subito perché in passato è stato il fotografo ufficiale degli U2, mia grande passione. Per un po’ girovaghiamo curiosi sul set poi cominciano a suddividerci in gruppi e ci assegnano i posti dove stare. Passano delle persone a prendere le nostre giacche e i cappotti che vengono portati via dal set (ricordo che il film è ambientato a fine estate). Ci tranquillizzano circa la sicurezza e tutti rimaniamo chi in maglietta, chi in camicia. Ci spiegano cosa dobbiamo fare e le solite raccomandazioni: “spegnete i cellulari, non guardate mai la macchina da presa, non cambiatevi i vestiti, non mettete e aggiungete nessun indumento” Ecc… ecc… Cominciamo a girare la scena della processione: la statua della Madonna portata sulle spalle esce dalla chiesa, il prete, i chierichetti, escono tutti e si dirigono verso una discesa, devono passare sotto un arco in pietra e chi sorregge la statua deve fare
uno sforzo enorme per abbassarsi e far passare la statua indenne, e poi a seguire tutta la cittadinanza, tra cui io, in adorazione della Madonna, e si forma il corteo… “Stop!”, grida il regista, e l’assistente che parla italiano “ne facciamo un’altra”. Si ritorna tutti indietro, ognuno nelle proprie posizioni quindi la statua che ripassa (in retromarcia!) sotto l’arco e che rientra in chiesa e si ricomincia, per 4, 5, 6 volte, poi ho perso il conto… Comincio a pensare che se dobbiamo fare così tutto il giorno, che giornata! Gli anziani cominciano a lamentarsi per la fatica. Le donne si lamentano perché non c’è George ed in effetti dopo qualche ora, mi spazientisco un po’ anche io. Verso le 11 ci fanno fare mezz’ora di pausa e ci portano decine di vassoi con pizze e focacce. Ci si abbuffa e poi si riprende a girare. alcune foto che sono riuscito a “rubare” sul set (clicca qui per vederle ingrandite) Poco dopo le 11 arriva un omone grande, grosso e con lo sguardo cattivo. Vestito di nero con una radiolina in mano. Passa in mezzo a noi e fermandosi quasi da ognuno di noi ci dice “mi raccomando, non si fanno foto a Clooney. Il signor Clooney è molto gentile e disponibile ma non infastiditelo o importunatelo. Se qualcuno verrà scoperto a fare foto sul set verrà immediatamente allontanato!”. Il momento è stato dapprima serissimo, con questo tizio che incuteva anche timore, poi appena allontanato, ascoltando i commenti dei cittadini, soprattutto degli anziani, in dialetto abruzzese con frasi del tipo “chi è cossù, mannevì…” Trad. “chi si crede di essere questo qua, ma guarda un po’…” non ho potuto non ridere, e con me tutte le persone intorno.
Arriva Clooney – Subito dopo sento dietro di me urlare le donne “George, George, è arrivato George!!”. Mi volto e vedo Clooney, a due metri da me, sorridente e circondato da donne. Alcune gli stringono la mano, altre gli toccano la giacca, altre arrivano addirittura ad accarezzargli il volto, come se fosse un santone. Gli uomini rimangono quasi impassibili. Io lo guardo e penso “caspita ma quant’è magro?!”.
Lui avanza, sorride a tutti e ringrazia, in italiano. Non lesina strette di mano. Poi arriva l’aiuto regista, lui si fa serissimo, e si dirigono in un angolo della piazzetta. Confabulano tra di loro, ci spiegano come si svolgerà la nuova scena e riprendiamo a girare, questa volta siamo tutti già posizionati dopo l’arco in pietra. Scorre la statua della Madonna, noi dobbiamo toccarla con una mano e farci il segno della croce. Mentre il corteo procede, in mezzo alla gente, davanti a me passa George Clooney che con sguardo cupo e il passo più veloce va verso la testa del corteo. Circa a metà discesa viene sorpreso alle spalle da una donna, Violante Placido, che gli copre gli occhi, lui si volta di scatto, entrambi sorridono, parlano e poi guardano il corteo scorrere… Questa scena la giriamo per tutto il resto del giorno! Non finiva mai! Giù per la discesa, su per la discesa, giù per la discesa, ritorna su. Fa freddo e tra un ciak e l’altro ci riportano le giacche, Clooney rimane sempre e solo con la giacca del vestito, parla amichevolmente con la gente e ne rimango piacevolmente colpito. Verso le 14 pausa, ci fanno mangiare: il servizio catering ci dà una scodella di passato di verdura ed un sacchetto con dentro un panino, un frutto ed un succo di frutta. Dopo quaranta minuti scarsi si riprende a girare, su e giù per la discesa… Ad un certo punto George va verso dei bambini, comparse anche loro, e si mette a scherzare con loro: gli spiega come si tirano i pugni in un film e inscena un piccolo combattimento di box con questi bambini e lui fa finta di prendere i pugni. Le mamme guardano compiaciute. E’ uno spettacolo, oserei dire, sublime, un momento magico, vedere questo attore, famoso, pieno di successo e soldi, giocare con dei bambini in tutta semplicità. E poi ancora parlare con le persone, in tutta tranquillità. “Motore!”, si sente gridare dall’assistente alla regia. George si scusa con i bambini e con le persone dicendo “adesso basta, scusa”, si copre il volto con le mani, si china in avanti qualche secondo, si rialza scoprendosi il viso ed eccolo li, il personaggio del film: non è più Clooney, l’uomo. E’ un altro momento magico. Tutte le comparse si ricompongono, si torna tutti seri e si ricomincia a girare. Il tempo passa e il sole cala, presto (del resto siamo a fine ottobre) ed il freddo si fa sempre più pungente. Qualche anziano se n’è andato via, noi resistiamo impavidi. La giornata scorre, si girano alcuni primi piani, sia delle comparse che degli attori. In quest’occasione altri se ne vanno via, io ne approfitto per avvicinarmi al set e vedo da vicino George Clooney e Violante placido recitare. Intorno alle 17.30 ci congedano, si ritorna in palestra, camminando, congelati e con i piedi doloranti (perché siamo stati in piedi tutto il giorno!). Fanno un ulteriore appello chiamando le persone, scelte dal regista, che dovranno tornare il giorno dopo per girare alcuni primi piani. Io attendo fiducioso ma il mio nome non viene pronunciato.
Ritorno a casa – Riprendo le mie cose, riorganizzo le idee dopo una giornata come quella: faticosa, molto, ma veramente entusiasmante! Riprendo l’auto e torno a Navelli pensando ai momenti trascorsi in compagnia di George e domandandomi quando uscirà il film nelle sale. Ripenso al lavoro svolto dalla troupe, il modo in cui ha lavorato e con orgoglio mi sono accorto che io, noi, quando lavoriamo sul set, applichiamo la stessa metodologia, certo, con attrezzature di altro livello, ma i gesti, le azioni, i controlli dell’attrezzatura, le luci ecc. sono pressoché gli stessi. Arrivo a casa, mi spoglio, doccia calda e mi schianto sul letto! Dormo sognando set magici.
Alcune pagine che parlano del film L’Americano:
«Il mio film con George Clooney» C’è un monzese in ”L’americano”
Clooney il killer: “Il mio film in Abruzzo così ho voluto aiutare i terremotati”
The American: le location del film con George Clooney
The American (film 2010) – Scheda su Wikipedia
The American (2010) di Anton Corbijn con George Clooney – LE LOCATIONS